The Aphoristic Corner: Uno spazio per pensare, non solo per leggere...

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Questa sezione raccoglie brevi citazioni tratte da autori che, direttamente o indirettamente, hanno affrontato i temi al centro del progetto DARE: la salute, la prevenzione, il tempo, la cura, la tecnologia e la condizione umana. 

Non semplici ornamenti letterari, ma spunti di riflessione che ci aiutano a rinnovare lo sguardo sull’attualità, cogliendo nell’essenzialità dell’aforisma una chiave per comprendere – e, talvolta, ripensare – il presente. 

Il brano che proponiamo in questo numero della newsletter è tratto da Terre des hommes di Antoine de Saint-Exupéry. Non è solo un’ode al volo, ma una riflessione profonda sul rapporto tra uomo, tecnica e natura. Lontano dall’ammirare passivamente il paesaggio, il pilota diventa interprete della complessità del mondo, partecipe e vulnerabile. Un’immagine che parla anche a chi, oggi, esplora le nuove rotte della prevenzione e dell’innovazione. 

«Et si même le voyage est un voyage heureux, le pilote qui navigue quelque part, sur son tronçon de ligne, n’assiste pas à un simple spectacle.  

Ces couleurs de la terre et du ciel, ces traces de vent sur la mer, ces nuages dorés du crépuscule, il ne les admire point, mais les médite.  

Semblable au paysan qui fait sa tournée dans son domaine et qui prévoit, à mille signes, la marche du printemps, la menace du gel, l’annonce de la pluie, le pilote de métier, lui aussi, déchiffre des signes de neige, des signes de brume, des signes de nuit bienheureuse.  

La machine, qui semblait d’abord l’en écarter, le soumet avec plus de rigueur encore, aux grands problèmes naturels.  

Seul au milieu du vaste tribunal qu’un ciel de tempête lui compose, ce pilote dispute son courrier à trois divinités élémentaires, la montagne, la mer et l’orage. » 

“E anche se il volo è un volo tranquillo, il pilota che viaggia da qualche parte, lungo il suo tratto di rotta, non assiste a un semplice spettacolo. 

Quei colori della terra e del cielo, quelle tracce di vento sul mare, quelle nuvole dorate del crepuscolo, non li ammira, ma li medita.  

Simile al contadino che percorre il suo podere e, da mille segni, prevede il cammino della primavera, la minaccia del gelo, l’annuncio della pioggia, anche il pilota di professione sa decifrare segni di neve, segni di nebbia, segni di una notte serena.  

La macchina, che a prima vista sembrava allontanarlo da questi elementi, lo sottomette invece con ancor maggiore rigore ai grandi problemi della natura. 

Solo, nel vasto tribunale che un cielo di tempesta gli prepara, questo pilota contende il suo carico a tre divinità elementari: la montagna, il mare e il temporale.”